Disfunzioni femminili

“Credimi. il piacere di Venere non va affrettato, ma prolungato, a poco a poco, con tardo indugio.
Quando avrai scoperto i punti dove la donna gode ad essere toccata, il pudore non ti impedirà di toccarli. Vedrai gli occhi brillare di un tremu­lo bagliore, come i raggi del sole ri­flessi da11’acqua limpida.
Si aggiungeranno lamenti, si aggiungerà un tenero mormorio e dolci ge­miti e le parole che si convengono al gioco d’amore.
Ma tu non lasciare indietro la signora, servendoti di vele più ampie, né consentire che sopravanzi la marcia; rag­giungete la meta simultaneamente: allora è vero piacere. quando l’uomo e la donna, insieme, giacciono vinti. Questa è la condotta da seguire, quando il tempo non manca, né la paura affretta l’impresa furtiva…”
(C. Calame, L’amore in Grecia, Laterza 1997).

Disfunzioni Femminili

Questo scritto di Ovidio ( 13 a.C.-17 d.C.), influenzato dai poeti ellenistici (i primi ad esplorare l’intimità, che “corona” un rapporto sessuale) evidenzia come ai tempi del poeta latino fosse “simbolico” incitare gli amanti alla “condivisione del piacere” per entrambi i partner e non a perpetrare l’esaltazione di un piacere esclusivo del solo sesso maschile. Oggi percepiamo un vero ritorno all’esaltazione di Ovidio, in quanto le donne hanno iniziato ad assumere posizioni di maggiore “potere” relativamente al proprio corpo e alla propria vita di coppia. In primo piano c’è, infatti, il vissuto sessuale: benessere fisico e non solo “dovere” procreativo…
Nella Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità la salute viene definita come uno stato di benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente come assenza di malattia o infermità. La sessualità, soprattutto femminile, oggi viene così “rivendicata”!

Le donne, attualmente, sono padrone di loro stesse e godono dell’uguaglianza giuridica e dì tutti gli stessi diritti degli uomini, diversamente da quanto il nostro passato ci rimembra
“Nel 1903 venne convocalo il 1° Consiglio nazionale delle donne italiane articolato in vari settori sui diritti sociali, economici, politici e civili, ma in seguito il fascismo inaugurò una sua politica sul tema dei diritti alle donne: queste ultime venivano spinte entro le mura domestiche secondo il seguente slogan “la maternità sta alla donna come la guerra sta all uomo “

Il nostro lavoro si propone di ripristinare dal “mondo antico” passioni e sentimenti d’amo­re di uomini e donne, che non avevano come scopo esclusivo la sola procreazione, ma il gioco, il divertimento e il vissuto di sensazioni differenti e profonde, una sessualità, quindi, non solo procreativa, ma anche ricreativa e creativa. Questa la grande “conqui­sta” femminile che tuttora, però a fatica si riesce a sperimentare serenamente ed in modo appagante, perché spesso si scontra con i comportamenti di coloro che, per cultura o personalità, “detengono” il dirtto di violarli, violando così la donna in quanto persona.

Il nostro “viaggio” verso la conoscenza del mondo femminile inizia obbligatoriamente attraverso lo studio dell’anatomia e della fisiologia del suo corpo, per permetterci di conoscerci meglio e. di conseguenza, vivere appieno la nostra sessualità più intima.

 

Cenni di anatomia femminile

L’apparato sessuale femminile si compone di organi geni­tali esterni, interni e mammelle. La funzione primaria del­l’apparato genitale femminile è quella della riproduzione, che permette di assicurare la continuità del codice geneti­co.

Non va dimenticato però, anche l’aspetto erotico e di piacere che questi organi possono conferire alla donna. Il loro sviluppo si contraddistingue nel corso della vita per le importanti trasformazioni a cui va incontro.

Il primo cam­biamento avviene durante la pubertà con l’aumento volu­metrico degli organi genitali esterni, l’inizio delle secrezioni vaginali e la comparsa dei peli pubici.

La loro maturazione si completa con i primi rapporti sessuali e l’eventuale gra­vidanza, mentre si arresta con la menopausa con la pro­gressiva atrofia dei tessuti, perdita dei peli pubici e la netta diminuzione della lubrificazione vaginale. Queste modificazioni sono strettamente correlate alla fluttuazione degli ormoni sessuali: estiogeni, progesterone e testosterone.

 

Gli organi genitali esterni

La vulva comprende gli organi geni­tali esterni della donna, cioè la parte anatomica visibile ad occhio nudo:

  1. Monte di Venere
  2. Grandi labbra
  3. Piccole labbra
  4. Clitoride
  5. Vestibolo

1. Il monte di Venere (da Venere, dea nella mitologia romana)
Il monte di Venere, chiamato anche monte del pube, è un deposito di tessuto adiposo situato sopra l’osso pubico. Durante la pubertà si ricopre di peli.

2. Le grandi labbra
Le grandi labbra, esterne e visibili, variano in forma e dimensione. Durante l’eccitazione sessuale si gonfiano, appiattendosi verso l’esterno e lasciando intravedere l’apertura del­la vagina (grazie all’aumento di afflusso sanguigno).
3. Le piccole labbra
Le piccole labbra, interne, sono molto sensibili alla stimolazione, tanto da determinare una sensazione di intenso piacere (orgasmo) e, come conseguenza, un aumento di vo­lume ed un loro cambiamento di colore, per l’afflusso di sangue.
4. Il clitoride
Il clitoride rappresenta il punto d’incontro delle piccole labbra. Organo per eccel­lenza della sessualità femminile, ha un’unica e specifica funzione: dare piacere. Una sua adeguata stimolazione gli permette di modificarsi in volume e induce la donna a raggiungere un orgasmo forte ed intenso (orgasmo clitorideo), che si differenzia da quello strettamente vaginale, tipicamente localizzato.
5. Il vestibolo
Il vestibolo è un’area all’interno delle piccole lab­bra dove si trovano il clitoride, il meato urinario e l’apertura della vagina. Il meato urinario si trova sotto il clitoride e sopra l’apertura della vagina.

 

Gli organi genitali interni

Gli organi genitali interni si distinguono in:

  1. Imene
  2. Ghiandole del Bartolino
  3. Vagina – punto G
  4. Collo dell’utero – utero – tube di Fallopio – ovaie

1. L’imene
Appena oltre l’apertura della vagina si trova l’imene, una sottile membrana di tessuto che ostruisce in parte l’accesso alla vagina lasciando un piccolo passaggio per la fuoriuscita del sangue mestruale. Si lacera durante il rapporto sessuale, in caso di esercizi sportivi particolarmente violenti o a causa dell’inserimento di un tampone igienico. La lacerazio­ne dell’imene può determinare una piccola perdita di sangue e anche un po’ di dolore, dovuto spesso alla tensione vissuta dalla donna durante il suo primo rapporto sessuale.

2. Le ghiandole del Bartolino
Le ghiandole del Battolino sono situate da una parte e dall’aJtra delle piccole labbra. Queste ghiandole si aprono in prossimità dell’ingresso della vagina e quando la donna è sessualmente eccitata secernono una piccola quantità di liquido.

3. La vagina (dal latino vagina, letteralmente “fodero” o “guaina”)
La vagina è la sede del rapporto sessuale. Ha la forma di un tubo appiattito con le pareti che si toccano. Ha una enorme capacità di espansione e di contrazione: ad esempio durante il rapporto sessuale può adattarsi a qualunque dimensione del pene. Durante la fase di eccitazione sessuale, risponde pressoché immediatamente agli stimoli di piacere. In pochi secondi lungo le sue pareti compaiono goccioline di liquido fino a ricoprirle uniformemente. Il liquido non è solo sintomo di eccitazione sessuale, ma funziona da lubrificante per il rapporto, senza il quale la penetrazione per la donna sarebbe dolorosa.
Il punto G si trova sulla parete vaginale anteriore a 3-4 cm dall’introito vaginale. È un residuo embrionale più o meno sviluppato, che può in alcuni casi determinare un’eiacu­lazione e favorire l’orgasmo vaginale.

4. Il collo dell’utero – utero – tube di Fallopio – ovaie
Non sono organi che direttamente influiscono sul rapporto sessuale, sebbene alcune modificazioni anatomiche durante l’eccitamento possano coinvolgerli. Durante la fase di eccitazione sessuale l’utero si solleva, aumenta di dimensioni e rimane tale fino all’orgasmo o fino al termine della stimolazione, poiché affluisce alle sue pareti una maggior quantità di sangue. L’utero entra in contattato con le ovaie tramite le tube di
Fallopio. Le donne possiedono due ovaie che assolvono a due importanti funzioni: liberano le uova attraverso un processo chiamato ovulazione; l’uovo può quindi essere fertilizzato da uno spermatozoo; inoltre producono ormoni femminili chiamati estro­geni e progesterone. Gli estrogeni sono fondamentali per lo sviluppo sessuale della donna, mentre il progesterone è molto importante per la gravidanza.

Le mammelle
Due sono gli aspetti importanti che caratterizzano le mammelle: piacere erotico, in quan­to giocano un ruolo importante per l’identità femminile, e allattamento, quindi, nutrizio­ne per i propri figli.

 

… gli organi sessuali sconosciuti: il mistero della muscolatura scomparsa

È straordinario come leggendo pagine e pagine di letteratura medica e settimanali occidentali, per anni l’esistenza della muscolatura vaginale non sia stata mai menzio­nata. Così facendo l’attività sessuale è sempre stata raccontata come se la si osservasse da lontano, non valorizzando le vere potenzialità femminili.

Uomini e donne sono educati al loro sesso in modo differente fin dalla nascita, perché mentre è naturale che il bimbo impari a toccare il suo pene anche solo per urinare, diversamente la bimba invece non vede i muscoli preposti ad accogliere l’organo genitale maschile e se prova, per curiosità, a toccarsi molto spesso le viene detto “non mettere le mani lì!”. Quindi le donne trascurano, senza rendersene conto, tutta la regione pelvica: se nell’adolescenza scoprono per caso il piacere sotteso al clitoride, spesso con grande difficoltà sperimentano i piaceri più profondi legati alla muscolatura vaginale.

Quan­do una donna non ha il senso della propria muscolatura pelvica, non conosce i mu­scoli e non li sa usare, allora può non raggiungere l’orgasmo e non sentirsi appagata dal rapporto sessuale.

Un primo passo per individuare questi muscoli è semplice: bloccare la minzione; sono infatti gli stessi muscoli che vengono usati per bloccare il getto di urina! Tali strutture si muovono involontariamente e ritmicamente duran­te il rapporto sessuale per contrazioni vaginali spontanee: spesso questi movimenti non vengono percepiti dalla donna (non educata ad ascoltare se stessa), ma con la presa di coscienza della loro esistenza tali movimenti possono diventare volontari, quindi piacevoli ed appaganti se regolarmente stimolati ed accompagnati verso l’or­gasmo.

Pertanto la vera protagonista in assoluto della propria sessualità è proprio la donna: deve essere curiosa, deve sapere, deve informarsi e deve fare esercizio come autodidatta. Volendo semplificare, il vero problema del coito femminile risie­de forse nel fatto che “la spada è visibile, mentre il fodero è nascosto”… per l’uo­mo è sempre stato ovvio come raggiungere l’appagamento, per la donna invece no.

 

Piacere al femminile

Il corpo femminile, da sempre depositario di movimenti seduttivi e delicati, rappresenta un “oggetto” di grande attenzione ed attrazione maschile. Un interesse intenso che spes­so, però, impedisce all’uomo di carpire i gesti più impercettibili e forse più importanti della comunicazione erotica femminile all’interno di una coppia.

Negli uomini l’erotismo e il piacere sono, tendenzialmente, finalizzati all’incontro sessua­le, che diventa il reale motore d’azione e che deve rimanere un fatto che inizia e finisce, intenso, appagante, ma fine a se stesso.
La donna, invece, pretende qualcosa di più: la donna vuole farsi ricordare e desiderare per sempre. Il fine ultimo della seduzione e del piacere femminile è quello di agire nel presente per assicurarsi il futuro e la sua vera meta è suscitare nell’uomo un desiderio che si rinnovi continuamente e costantemente.

Complesse sono le emozioni, i sentimenti, le aspettative e le motivazioni che sotten­dono la mente e il corpo di una donna, che oggi più che mai la inducono a ricerca­re una piena e completa vitalità erotica: la donna non vuole solo essere amata, ma anche desiderata.

La donna è insoddisfatta non per la mancanza dell’atto sessuale, ma per ciò che sottende la sessualità e che spesso viene trascurato dal partner, in quanto ha esigenze diverse e non si pone il problema: per la donna il sesso è prima di tutto senso di vicinanza, di gio­cosità, di passione e di rinnovamento. Un ruolo fondamentale lo giocano i preliminari, così come il carattere ludico e passionale che il sesso nasconde nei meandri dell’amore. Ama la sensazione e vuole tenersela stretta: l’erotismo risiede in quell’ambiguo spazio che sta tra ansia e attrazione; il vivo desiderio nasce in uno sguardo, in un tocco casuale, in una parola, cresce nella mente e si conclude nella fisicità. Per indole la donna definita regolare, precisa e metodica nella vita quotidiana, non lo è nella sessualità, anzi è stato dimostrato che preferisce la sorpresa, l’irregolarità, l’imprevisto (le fantasie erotiche più complesse sono femminili).

È necessario intuire che è fondamentale per il singolo, così come per la coppia, pren­dersi il tempo per nutrire uno spazio erotico, sapendo che l’intensità erotica cresce e diminuisce, che non è scontata e che a periodi di grande appagamento, possono seguire periodi di ineluttabile disinteresse.

Il piacere femminile in questo contesto rimane un “continente oscuro”. Il vero piacere per esprimersi necessita di un percorso di crescita sessuale individuale. Il sentiero della matura­zione libidico, emotivo e sessuale della donna è tortuoso e imprevisto. Nel corso dell’infanzia la sessualità femminile si esplica essenzialmente in relazione al clitoride, ma lo sviluppo di una sessualità adulta si ha nel raggiungimento del piacere vaginale. Affinché ciò avvenga la donna deve essere consapevole del proprio corpo e delle sue potenzialità, per poterlo gestire e condurre in una ricerca del piacere dove il partner non è primo attore, ma co-protagonista.

La donna deve prendere coscienza della propria femminilità ed educarsi verso una ses­sualità consapevole, responsabile, libera da preconcetti.

Quindi, se esiste un problema, deve essere “naturale” affrontarlo con uno specialista.

 

Ciclo di risposta sessuale

Desiderio: fantasie legate all’attività sessuale e al desiderio di praticare attività sessuale.

Eccitazione: sensazione soggettiva di piacere sessuale accompagnata da modificazioni organiche.

Orgasmo: picco di piacere sessuale con contrazioni ritmiche dei muscoli perineali. Risoluzione, rilassamento muscolare e benessere generale.

A questa fase nell’uomo segue un periodo di recupero (detto refrattario), diversamente nella donna che ha maggiori possibilità di risposta a nuove stimolazioni.

 

Disfunzioni sessuali

I disturbi sessuali femminili sono ampiamente diffusi e, spesso, non vengono ricono­sciuti nella loro reale importanza per la qualità della vita di una donna e di una coppia. Si caratterizzano per un’anomalia del desiderio sessuale associato a modificazioni sia di tipo psichico che organico, legate al ciclo di risposta sessuale, determinando diffi­coltà nei rapporti interpersonali (mancanza d’intimità emotiva, preliminari inadeguati, conflitti coniugali e abusi verbali e fisici da parte del partner).

I disturbi sessuali femminili possono, schematicamente, essere raggruppati in:

  • Disturbi del desiderio sessuale
  • Disturbi dell’eccitazione sessuale
  • Disturbi dell’orgasmo
  • Disturbi da dolore sessuale
  • Disturbi legati a condizioni mediche o a cause non specificatamente sessuali 

Disturbi del desiderio sessuale

Possono essere di due tipi:

  • Disturbo da Desiderio Sessuale Ipoattivo: la donna ha scarso o assente deside­rio sessuale, privato di fantasie sessuali con difficoltà a raggiungere l’eccitazio­ne. Le cause possono essere organiche (es. legato ad alcune malattie) o posso­no essere legate all’assunzione di deter­minati farmaci, come gli antidepressivi.
  • Disturbo da Avversione Sessuale: la donna evita il contatto sessuale. In alcuni casi l’avversione per la sessualità può spingersi anche verso ogni generi­ca forma di intimità, come baci e con­tatto fisico sessualizzato. La presenza di ansia, disgusto o timore in presenza di situazioni che possono preludere ad una intimità sessuale è frequente (pre­gresse molestie o abusi sessuali).

Disturbi dell’eccitazione sessuale

Incapacità o difficoltà nel raggiungere o mantenere l’eccitazione sessuale in risposta a stimoli idonei, fino al completamento dell’attività sessuale.

Disturbi dell’orgasmo o Anorgasmia

Difficoltà o impossibilità nel raggiungere l’orgasmo, anche se è presente eccitazione sessuale. Se si escludono malattie organiche, tale difficoltà è legata all’incapacità di abbandonarsi alle proprie sensazioni. Un disagio, questo, che si riflette, a volte, anche sull’autostimoIazione (autoerotismo).

Disturbi da dolore sessuale

Possono essere di due tipi:
Dispareunia: dolore sessuale tipico della fase coitale, ma che può interessare tutto l’atto sessuale (disagio tipicamente psichico).
Vaginismo: contrazione non volontaria dei muscoli vaginali durante la penetrazione, tanto da provocare dolore durante questa fase fino ad impedire la penetrazione stessa di dita, pene, strumentario ginecologico.

Disturbi legati a condizioni medlcbe o a cause non specifìcatamente sessuali

  • malattie infiammatorie: vulviti, vestiboliti vulvari, vaginiti
  • ormonali: atrofie e distrofie vulvo vaginali
  • anatomiche: imene cribroso, fibroso, agenesia vaginale
  • muscolari: ipertono muscolare
  • iatrogene: episiotomia, pregressa chirurgia
  • neurologiche, incluso il dolore neuropatico
  • connettive e immunitarie
  • vascolari: diabete, aterosclerosi
  • endometriosi
  • malattia infiammatoria pelvica (PID)
  • varicocele pelvico
  • dolori riferiti
  • esiti di radioterapia pelvica ed endovaginale

Cosa si può fare

E’ molto importante dare ascolto e attenzione clinica a tutte le caratteristiche del do­lore sessuale che la donna riferisce. La diagnosi medica è infatti pre-requisito essen­ziale per una terapia mirata, multifattoriale ed efficace, sia della dispareunia, sia di altre condizioni, urologiche, ginecologiche, fisiatriche, proctologiche, neurologiche, va­scolari e/o muscolari ad essa associate. La cura delle cause mediche della dispareu­nia è inoltre necessaria per poter poi fare una terapia sessuologica mirata a ottenere e/o recuperare una piena funzionalità in tutte le dimensioni della risposta sessuale. La terapia andrà, quindi, indirizzata a trattare le diverse componenti eziologiche, con una gradualità e molteplicità di trattamento, che può essere esemplificata in tre fasi:

1) Cura delle cause biologiche attuali di dolore
Infettive. Prevenzione e cura delle micosi, delle vaginosi batteriche.
Infiammatorie.
Microtraumatiche, specie da coito. L’astensione dalla penetrazione per un periodo li­mitato. La ripresa andrà poi aiutata da automassaggio e da lubrificanti.
Mialgiche. legate all’ipertono situazionale o persistente dei muscoli. Indicato automas- saggio e riabilitazione fisioterapica. Il rilassamento muscolare può spezzare il circolo
vizioso, sia eliminando la causa miogena di dolore, sia consentendo una migliore perfu­sione vascolare tissutale.
Ormonali, soprattutto quando la dispareunia compare in post-menopausa, con terapie locali vaginali estrogeniche, terapie locali androgeniche, quando la dispareunia è asso­ciata a lichen sclerosus e/o quando la donna riporta una comorbidità di disturbo dell’ec­citazione clitoridea con difficoltà orgasmiche.
Legate ad iperalgesia, si interviene a livello sistemico (antidepressivi triciclici. amitriptilina) e locale (elettroanalgesia)

2) Cura delle cause psicosessuali di dolore
Recupero o ricerca della prima esperienza del piacere coitale. Si tratta di consulenza-terapia prevalentemente sessuologica e l’obiettivo della terapia non può essere solo la scomparsa del dolore, ma il raggiungimento o il recupero, del desiderio, di un’adeguata eccitazione mentale e genitale, nonché del piacere coitale fino all’orgasmo.

3) Cura delle cause relazionali di dolore
In collaborazione con lo psichiatra e/o lo psicoterapeuta di coppia è importante coin­volgere il compagno nella terapia come parte attiva-costruttiva e non come “colpevole” di aver causato dolore.

Conclusioni

“Né il tempo né la saggezza trasformano l’essere umano:
l’unica cosa che può spingere un individuo a cambiare è l’amore”.

L’amore non sta nell’altro, ma dentro noi stessi. Siamo noi che lo risvegliamo, ma perché si manifesti, abbiamo bisogno dell’altro.

La realizzazione di tutto questo è possibile solo se l’uomo e la donna imparano a dirsi:

“insegnami il tuo corpo, rivelami i tuoi segreti!”

Il pudore, spesso, impedisce di “denudarci” di fronte all’altro e, di conseguenza, impe­disce di sperimentare e vivere tutti i piaceri del rapporto a due… da quello più fisico e passionale a quello più tenero e cerebrale.