La cistite nella donna

Come prevenirla e curarla

Disfunzioni Femminili

CHE COS’ È LA VESCICA?

La vescica è un organo cavo situato nel bacino, deputato al raccoglimento ed alla espulsione delle urine. Gli ureteri, convogliano le urine formate nei reni, alla vescica; l’uretra è il tramite attraverso cui le urine fuoriescono in superficie.

Nella femmina la vescica trae rapporti con rutero e la vagina mentre nel maschio con la prostata e le vescichette seminali. Il retto è organo iicino (o confinante) in entrambi i sessi.

Vescica

TIPI DI CISTITE

Esiste un forma acuta e una forma cronica di cistite.

La forma acuta insorge di solito all’improvviso ed è caratterizzata dai sintomi visti in precedenza, cioè da uno stimolo doloroso seguito dall’emissione di poche gocce di urina, da bruciore specialmente al termine della minzione, da piuria (emissione di urina contenente pus) e/o da ematuria (presenza di sangue nell’urina), da un senso di peso nella zona bassa dell•addome, talvolta da una febbre modesta che può diventare alta e con brividi in caso di ftenzione vescicale purulenta. L’urina può assumere un caratteristico odore di ammoniaca dovuto alla reazione chimica di alcuni batteri, come per esempio il Proteus, con l’urea.

La forma cronica, generalmente, è determinata dall’evoluzione della forma acuta: i sintomi sono gli stessi della cistite acuta, ma meno intensi, più prolungati e con la tendenza a ripetersi.

COME ARRIVANO I GERMI NELLE VIE URINARIE

I batteri guadagnano l’accesso al tratto urinario attraverso quattro vie principali:

  1. passaggio diretto dall’intestino
  2. via linfatica (attraverso piccoli capillari che por.ano la linfa in tutti gli organi)
  3. via ematica (attraverso batteri che viaggiano nel sangue — sepsi)
  4. diffusione transuretrale per via ascendenze perineo/prostata (nel maschio) e/o vaginale.

Il passaggio diretto è rarissimo e si in caso di fistole della vescica con l’intestino (tumori) o, ancora più raramente con la vagina (lesioni da parto, tumori). L’infezione per via linfatica è teorica e poco chiara.

La via ematica è tipica in caso di tubercolosi renale o per sepsi generalizzata da Candida o Staph. Aureus. Molto più frequente è invece la via che vede l’uretra come ingresso ai germi che risalgono e colonizzano le strutture anatomiche vicine, come la vagina o i tessuti perivaginali/anali (perineo).

Dobbiamo ricordarci, però, che l’arrivo dei batteri in vescica non è sempre sinonimo di sviluppo di un’infezione. E’ necessario infatti, perché si verifichi un’infezione, la moltiplicazione dei batteri e la colonizzazione della parete vescicale. 

COME SI DIFENDE LA VESCICA?

E’ risaputo che un flusso urinario elevato con frequente e completo svuotamento della vescica, porta ad un “lavaggio” batterico attraverso l’esterno che riduce in modo significativo la presenza della concentrazione batterica endovescicale.

Viceversa, un flusso urinario scarso, con minzioni diradate e con residuo urinario post-minzionale, favorisce la colonizzazione vescicale da parte dei germi. Ricordiamoci, inoltre, che l’urina, in virtù del suo ph e di alcuni componenti urinari, ha già di per sé un buon potere battericida.

Oltre al lavaggio meccanico delle urine, sulla parete vescicale esiste un secondo meccanismo molto importante di difesa che si esplica, essenzialmente, attraverso la secrezione sulla superficie della vescica di immunoglobuline (anticorpi) di tipo IgG, IgE ed IgA.

Queste ultime hanno un’efficacia superiore perché impediscono l’adesività dei batteri alle superfici.

Ecco perché farmaci o estratti vegetali che stimolano le difese di superficie o impediscono l’adesione dei batteri sono essenziali non solo per la cura ma anche per la prevenzione delle ricadute.

ESISTONO DEI FATTORI Dl RISCHIO?

Sì, esistono e sono diversi, mi limiterò ad indicare solo quelli responsabili di infezioni delle basse vie urinarie nella donna.

I rapporti sessuali

La cosiddetta “cistite da luna di miele” non è un mero modo di dire. I germi intestinali, a volte, sono presenti nella zona genitale e in caso di rapporci sessuali frequenti possono farsi strada attraverso le vie urinarie e dar luogo all’infezione. Per evitare quest’inconveniente, consigliamo, sempre, di svuotare la vescica prima e subito dopo il rapporto sessuale, in modo da eliminare meccanicamente eventuali batteri presenti o comunque limitarne la popolazione presente.

La stitichezza

L’intestino pigro è uno dei primi fattori di rischio che predispone alle infezioni urinarie in particolar modo da un germe noto come Escherichia Coli (Enterococchi). Spesso sono cistiti emorragiche, non gravi ma che destano preoccupazione nelle pazienti per la presenza di sangue nelle urine. Il metodo migliore per scongiurare questi “assalti all’arma bianca” è regolarizzare il più possibile il transito intestinale, assumere molta acqua durante la giornata (almeno 1,5 litri), consumare cibi ricchi di scorie e fermenti lattici. In particolare, è bene aumentare il consumo di acqua durante i mesi estivi.

L’igiene intima

Avere cura di pulirsi con la carta igienica dal davanti verso il dietro, quindi dalla zona genitale verso quella anale e non viceversa; in particolar modo, soprattutto nel periodo estivo, evitare indumenti stretti e sintetici. Usare detergenti per igiene intima non troppo aggressivi e comunque non quotidianamente. Meglio, infatti, alternare prodotti specifici a prodotti neutri per non impoverire troppo la zona genitale dai normali batteri residenti che svolgono importanti funzioni di barriera. Inoltre lavarsi sempre le mani prima d’introdurre assorbenti interni o diaframmi.

Il ciclo mestruale

Poiché i batteri trovano, nell’ambiente ematico, un terreno ideale di crescita, per evitare la proliferazione degli stessi, è consigliato il cambio frequente dell’assorbente, sia interno che esterno.

La menopausa

Con l’arrivo della quiescenza ormonale anche i tessuti genito-urinari ne risentono. Gli estrogeni, infatti, sono molto importanti sia per le vie genitali che per le vie urinarie. La sostitutiva ormonale garantisce un nutrimento migliore dei tessuti, riduce le secchezze vaginali ed aumenta le difese locali. Qualora non sia indicata la terapia ormonale sostitutiva, creme vaginali a base di estrogeni possono concorrere a ridurre il rischio di irritazioni anche vescicali. Importante anche l’uso di creme che riducano la secchezza vaginale durante i rapporti sessuali, sempre per non creare microtraumi che possono favorire infezioni o arrossamenti.

La gravidanza

Non è, di per sé, causa d’infezione, ma può favorire lo sviluppo di una batteriuria (presenza di batteri all’esame urine) in assenza di sintomi che, se non viene gestita può evolvere in una vera infezione; in particolare, durante gli ultimi mesi di gestazione, dove non è raro trovare le vie urinarie dilatate, in particolare il rene destro.

Il diabete

Nelle pazienti diabetiche (ma anche nei maschi ) la presenza di glucosio nelle urine (glicosuria) le rende un ottimo terreno di crescita per i germi, inoltre il paziente diabetico ha delle difese immunitarie ridotte, per cui il rischio aumenta.

Corpi estranei

La presenza di corpi estranei nelle vie urinarie, come calcoli vescicali, cateteri vescicali o pannoloni esterni per l’incontinenza urinaria, sono nidi per le infezioni.

COSA FARE IN CASO Dl UN ATTACCO Dl CISTITE

L’ideale, ai primi sintomi, sarebbe eseguire un esame delle urine ed in particolare una urinocoltura. Questo esame, oltre a verificare se esiste o meno una presenza batterica, dice anche quale antibiotico è più efficace in quel caso specifico (antibiogramma). Un uso indiscriminato degli antibiotici può, infatti, favorire la nascita di germi che, la volta successiva, non saranno più sensibili a quel determinato tipo di antibiotico (resistenza batterica).

Comunque sia, esistono antibiotici molto attivi sulle vie urinarie che il vostro medico di famiglia o lo specialista può segnalarvi.

Esistono dosi e giorni di terapia che vanno rispettati: per alcuni prodotti farmaceutici è sbagliato sospenderne l’uso alla scomparsa del sintomo o non osservare gli orari, vanno rispettate alcune regole che il medico o il farmacista vi farà presente. Per quanto riguarda il dolore, questo andrà sedato con l’uso di comuni farmaci antidolorifici o specifici antispastici delle vie urinarie. E’ consigliabile anche eseguire un’ecografia completa delle vie urinarie poiché, a volte, le cistiti possono essere espressione di altre patologie come calcolosi o anomalie congenite, ecc.

Sarà poi compito del medico curante o dello specialista approfondire le indagini, se necessario, con l’urografia (lastre radiologiche con il mezzo di contrasto in vena) o con la uretrocistoscopia (indagine endoscopica della vescica).

COME SI CURA LA CISTITE?

Abbiamo visto che l’antibiotico si rende spesso necessario, ma è sempre bene consultare il proprio medico curante prima di assumere qualsiasi tipo di medicinale. La categoria dei chinolonici (es. ultima generazione molto attivi: levofloxacina. prulifloxacina) è quella più utilizzata perché molto efficace sui germi urinari, spesso si possono usare in monosomministrazione (1 compressa al giorno) e per pochi giorni. Unica precauzione, nel periodo estivo, è quella di non esporsi al sole, durante i giorni di terapia, perché alcuni di questi farmaci possono dare fotosensibilizzazione (macchie solari). Altra molecola molto usata soprattutto in gravidanza è la fosfomicina; altre categorie sono amoxicillina e cefalosporine. In casi selezionati spetterà al medico di famiglia o allo specialista prescrivere eventuali terapie prolungate per la profilassi delle recidive.

Utile risulta anche coaudiuvare l’azione alla terapia classica (specie nelle recide) di principi attivi vegetali che si sono rivelati benefici per contrastare le più comuni infiammazioni localizzate a livello delle vie urinarie.

Per esempio, gli estratti di mirtillo americano (cranberry) contengono significative quantità di sostanze note come antocianosidi, flavonoidi e acido citrico, malico. chinico e ippurico, tutti ad azione antibatterica. Nel cranberry sono presenti i polifenoli che agiscono bloccando l’adesività microbica, in particolare della Escherichia Coli alla superficie delle mucose interne delle vie urinarie. Inoltre, la proprietà del succo del mirtillo di abbassare i valori del ph urinario, rende più acide le urine, il che contribuisce a combattere le infezioni stesse. In coloro che soffrono di calcolosi urinarie di ossalato di calcio. poiché il succo di cranberry è ricco di ossalati, la sua assunzione deve avvenire sotto controllo specialistico.

Altri estratti vegetali che influenzano l’apparato urinario sono l’uva ursina ad effetto antisettico: la sua attività si potenzia con l’associazione del bicabornato di sodio; oppure l’estratto dei semi di pompelmo, che contiene un’elevata concentrazione di bioflavonoidi e la sua azione battericida si esplica sulla membrana celIulare dei microrganismi. L’azione è proporzionale alla concentrazione. Altre piante con effetti diuretici ed antisettici sono l’equiseto (coda cavallina), il mais ed il ginepro.

Importante ricordare che, per completare l’azione dei medicinali o estratti vegetali, è bene fare un uso regolare, a cicli da ripetere abbastanza spesso, di fermenti lattici probiotici, come il Lactobacillus sporogenes, che ha un’alta capacità di proliferazione e di fissazione nell’ambiente intestinale, aiutando così a limitare le infezioni autogene. Così come risulta utile e profilattico trattare le vaginosi batteriche coesistenti alle cistiti o comunque rinforzare anche le difese delle mucose vaginali, con fermenti lattici vaginali o sostanze ad azione di barriera e trofiche (ovuli). Ed infine, acqua, tanta tanta acqua (diuresi acquosa), sfruttando anche l’effetto meccanico di un’onda anomala che investe e spazza via.