Parliamo di incontinenza urinaria femminile
(Incontinenza da sforzo – IUS)
La continenza è la capacità di rinviare a piacimento l’atto minzionale e di espletarlo in condizioni di convenienza igienico-sociale (funzione acquisita).
L’apparato vescico-sfinterico svolge una duplice funzione:
– assicurare la funzione di serbatoio della vescica attraverso meccanismi preposti alla continenza;
– permettere e favorire l’evacuazione intermittente della vescica (minzione).
La prima funzione necessita di un serbatoio adatto e di un complesso occlusivo stagno; la seconda esige un sistema di apertura-chiusura assicurato dalla struttura cervico-uretrale.
Tali meccanismi si esplicano attraverso una complessa interazione tra varie strutture anatomiche, che interagiscono e cooperano nei diversi momenti funzionali della vita di relazione, tali da mantenere un gradiente pressorio tra vescica e uretra a favore di quest’ultima.
PRINCIPALI FATTORI RESPONSABILI DELLA CONTINENZA URINARIA:
Componenti vescicali
Si distingue la capacità vescicale come serbatoio per l’urina che in un adulto normale è di circa 300ml. La Compliance che è quel meccanismo che permette alla vescica di riempirsi fino alla massima capacità senza significative variazioni della pressione interna vescicale e la stabilità detrusoriale (muscolo della vescica): il detrusore è ritenuto stabile quando, durante la fase di riempimento vescicale (quando arriva l’urina dai reni), in condizioni di riposo o in seguito a manovre provocative (es. tosse), non si contrae, ma al contrario rimane rilasciato.
Componenti uretrali
Sono una serie di fattori che coinvolgono lo sfintere urinario vero e prorpio che è posizionato attorna alla uretra (canale esterno che porta fuori le urine dalla vescica) e le strutture di sostegno attorno ad esso; il buon funzionamento dipende da tanti equilibri legati alla qualità dei tessuti, all’età, agli ormoni, a pregresse chirurgie urogenitali etc.
Fisiologia del ciclo minzionale
COME AVVIENE LA MINZIONE?
La minzione rappresenta il fenomeno finale di un processo specializzato che mira all’espulsione, attraverso l’urina elaborata dall’emuntorio renale, dei prodotti di scarto del metabolismo umano presenti nel torrente ematico.
L’urina, prodotta in maniera continua ed involontaria da parte dei reni, è convogliata attraverso gli ureteri alla vescica, dove si raccoglie prima di essere emessa all’esterno, con un processo intermittente e volontario.
Il ciclo minzionale si compone di due momenti:
- RIEMPIMENTO: l’urina prodotta dai reni è sospinta attraverso gli ureteri alla vescica.
- SVUOTAMENTO: una volta raggiunto un livello soglia di riempimento ( che dipende dalle circostanze e varia secondo gli individui in media è circa 250-300ml), arriva lo stimolo minzionale. Durante la minzione, lo sfintere urinario si rilassa e si apre dando la possibilità di svuotare la vescica, grazie anche alla contrazione involontaria del muscolo vescicale (detrusore). E’ tutto un gioco di pressioni all’interno del sistema formato dalla vescica e dallo sfintere urinario.
Al termine dello svuotamento, il pavimento pelvico e gli sfinteri si contraggono nuovamente, il detrusore si rilassa ed il ciclo minzionale può nuovamente iniziare.
L’INCONTINENZA URINARIA DA SFORZO (IUS): terapia
L’INCONTINENZA URINARIA
PREMESSA
L’incontinenza urinaria è la perdita involontaria di urina, “per uretram”, in luoghi e tempi non appropriati, tale da costituire un problema igienico e sociale.
Una persona continente è in grado di fare quattro cose:
- avvertire la necessità di urinare
- identificare un luogo appropriato
- raggiungere il luogo appropriato
- trattenere l’urina fino a quando non raggiunge tale luogo.
Se una di queste condizioni non si realizza, la persona è o rischia di diventare incontinente.
L’incontinenza urinaria può assumere gli aspetti di una condizione angustiante, demoralizzante e, talora, invalidante; molte persone si vergognano del loro problema e canalizzano le forze nel tentare di nasconderlo, anziché risolverlo.
Esistono diverse CLASSIFICAZIONI dell’incontinenza da quelle che riguardano problematiche di tipo NEUROGENO (vesciche neurologiche, post-traumatiche) a quelle di tipo NON NEUROGENO su cui vorrei soffermarmi.
L’incontinenza non neurogena
I due meccanismi responsabili di tale problema sono l’instabilità vescicale (iperattività del muscolo detrusore vescicale – che porta alla urgenza minzionale e a volte anche alla incontinenza) e il deficit dello sfintere urinario (più conosciuta come incontinenza da sforzo). In questi ultimo caso la fuga di urina avviene durante gli aumenti della pressione addominale (tosse, starnuto, sollevamento pesi…). In alcune donne a volte queste due cause possono coesistere (incontinenza mista)
COME SI FA LA DIAGNOSI?
Fondamentale è la storia della paziente: le terapie che assume, gli interventi chirurgici pregressi, le abitudini alimentari, se fuma, il sovrappeso, la funzione intestinale etc
Poi l’esame obiettivo che verifica lo stato di salute dei genitali esterni, le presenza o meno di prolassi uterini o vescicali o entrambi. La presenza di rettocele (prolasso della parete rettale in vagina). Poi vengono eseguiti dei Test di continenza per verificare la tenuta dello sfintere urinario e il tono dei muscoli del piano pelvico (Stress test; Bonney Test; Q-tip test).
Vengono richiesti anche esame del sangue in alcuni casi(es. glicemia se la apziente accusa urgenze minzionali), sempre una valutazione delle esame urine ed urinocoltura. Una ecografia delle vie urinarie e della pelvi è sempre indicata. Si passa poi ad esami più sofisticati ed invasivi per ottimizzare l’inquadramento delle perdite urinarie e per valutare la necessità di intervento chirurgico (Prove Urodinamiche ed ev. cistoscopia diagnostica).
COME SI CURA ?
L’incontinenza da stress si può avvalere di diverse fasi terapeutiche:
- Approccio comportamentale/riabilitativo: si invita la paziente a compilar eun diario minzionale; il Bio-feedback, e la ginnastica pelvica con es. gli esercizi di Kegel o forme correttive come il pilates
- Approccio chirurgico: consiste in tecniche transvaginali o laparoscopiche volte a correggere il difetto di perdita utilizzando delle reti in materiale sintetico (cistopessi)FIG o striscioline sempre di materiale sintetico con lo scopo di creare una sorta di amaca che sorregge l’uretra durante le variazioni di pressioni determinando così un effetto di chiusura (sling pubo-uretrali) (FIG)
- Iniezioni peri-uretrali (bulking agent) di sostanze di provenienza naturale (acido jaluronico) o sintetiche che hanno lo scopo – temporaneamente – in alcune forme severe di incontinenza di migliorare la qualità di vita delle pazienti
- Farmaci inibitori del re-uptake della serotonina (Yentreve° duloxetina) in alcuni casi di incontinenza da deficit sfinterico possono aggiungere un miglioramento
- In casi severi di incontinenze si può arrivare a proporre uno sfinteri urinario artificiale (più spesso nel maschio dopo interventi oncologici es. alla prostata)
LO STILE DI VITA
- Bere acqua fa bene e bere in abbondanza durante il giorno ma limitarne l’assunzione nel tardo pomeriggio e alla sera per evitare perdite involontarie notturne o alzate frequenti la notte
- Ridurre l’assunzione di bevadte alcoliche, caffè e tè perché possono accentuare il rischio di perdita urinaria da irritazione o stimolare l’urgenza di far pipì
- Limitare la vita sedentaria e soprattutto il sovrappeso
- Abolire il fumo: la tosse secca e stizzosa aumenta le perdite di urina in che ne è affetto
- Aver cura del proprio intestino: la stitichezza e l’incontinenza sono due grandi amiche! Curare l’alimentazione con cibi sani, farine e zuccheri non raffinati, introdurre fibre, frutta e verdura e ricordarsi una buona idratazione quotidiana (almeno 1.5 litri di acqua)
- Infine svuotare la vescica quando è piena, senza trattenere a lungo e non sforzare i muscoli della pancia per iniziare la minzione (non spingere ma rilassare i muscoli del perineo) ne per accelerarne la fine: prendersi il tempo necessario per fare pipì!
